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Un apporto adeguato di proteine nella mezza età favorisce un invecchiamento sano

Uno studio condotto dai ricercatori della Tufts University e della Harvard School of Public Health di Boston, ha analizzato l’effetto di un adeguato apporto di proteine nell’alimentazione durante la mezza età, in relazione all’insorgenza di patologie nel corso dell’invecchiamento.

I risultati sono molto interessanti, per questo saranno condivisi in questo articolo. È infatti emerso che un elevato apporto con la dieta di proteine, soprattutto di origine vegetale, nella mezza età è associato a una più alta probabilità di un invecchiamento sano, ovvero in salute fisica e mentale.

Cosa si intende per invecchiamento sano?

L’invecchiamento sano è definito in questo studio come l’assenza di malattie croniche e/o particolari condizioni patologiche che colpiscono con maggior frequenza la popolazione più anziana, ovvero:

  • cancro,
  • diabete di tipo 2,
  • infarto del miocardio,
  • intervento di bypass aorto-coronarico o angioplastica coronarica,
  • insufficienza cardiaca congestizia,
  • ictus,
  • insufficienza renale,
  • BPCO,
  • malattia di Parkinson,
  • sclerosi multipla e sclerosi laterale amiotrofica,
  • buona salute mentale e nessuna compromissione delle funzioni cognitive o fisiche.

Lo studio

I ricercatori hanno attinto al grande database del Nurses’ Health Study (NHS), che dal lontano 1984 raccoglie dati su una popolazione di più di 48 mila operatori sanitari.

L’analisi ha incluso 48.762 partecipanti, di cui 3.721 (7,6%) hanno raggiunto un invecchiamento in ottima salute. Il consumo medio totale di proteine di questi 3.721 partecipanti, come percentuale di energia, era del 18,3%, superiore alla media pari al 16,0% degli altri partecipanti. Di queste, il 13,3% derivava da alimenti di origine animale, il 3,6% da latticini e il 4,9% da vegetali.

Lo studio ha anche esaminato gli effetti della sostituzione degli alimenti. Sono state osservate infatti associazioni positive significative con la sostituzione isocalorica di proteine di origine animale o da latticini, carboidrati o grassi con proteine di origine vegetale.

Per quanto riguarda la misura delle funzioni fisiche, la sostituzione delle calorie dagli altri macronutrienti (carboidrati, grassi e fibre) con calorie equivalenti da proteine vegetali è stata associata a probabilità maggiori di invecchiamento sano. Le proteine di origine vegetale sono state anche associate a probabilità maggiori di mantenimento un buono stato mentale durante l’invecchiamento.

Conclusioni

In conclusione di questo articolo, è possibile affermare che i ricercatori hanno dimostrato una correlazione positiva tra l’assunzione di proteine nella mezza età e un invecchiamento sano successivamente misurato all’età di 70-93 anni.

Sebbene i potenziali meccanismi siano piuttosto complessi e non del tutto compresi, per quanto riguarda la funzione fisica, alcune evidenze suggeriscono che l’attivazione del bersaglio nei mammiferi della via di segnalazione del complesso 1 della rapamicina diminuisce con l’età. Le proteine ​​e l’esercizio fisico attivano questo bersaglio, stimolando di conseguenza la sintesi proteica muscolare, che è associata a un miglioramento della funzione fisica negli anziani. Ciò riduce il rischio di insorgenza di sarcopenia, una grave patologia a carico dei muscoli, fortemente invalidante, che determina una progressiva perdita di massa muscolare.

Le proteine ​​vegetali sono state associate inoltre a livelli favorevoli di importanti fattori di rischio di malattie cardiometaboliche, come la riduzione del colesterolo LDL, l’abbassamento della pressione sanguigna e la sensibilità all’insulina, nonché una diminuzione dei livelli di marcatori proinfiammatori.

Infine altri studi hanno esaminato gli effetti dell’assunzione di proteine negli anziani, ma è ritenuto che la mezza età sia una finestra eziologica più rilevante.

Per una lettura più approfondita è riportato qui in seguito il link allo studio:

American Journal of Clinical Nutrition.

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