I farmaci cortisonici sono chimicamente molto simili all’ormone idrocortisone, o cortisolo, prodotto naturalmente dalle ghiandole che sormontano i reni, le surrenali, ed è dovuto a questa equivalenza chimica la loro azione farmacologica sull’organismo, in verità assai complessa.
I cortisonici sono farmaci molto potenti, infatti sono sufficienti piccole dosi per provocare una reazione importante nell’organismo.
Essi svolgono un effetto antinfiammatorio: bloccano la produzione dei mediatori dell’infiammazione (prostaglandine e trombossani, derivati dalla sintesi dell’acido arachidonico) responsabili del dolore, rossore e gonfiore.
I cortisonici hanno anche un effetto antiasmatico, questo perché, al contrario dei FANS (Farmaci Antinfiammatori NonSteroidei), bloccano altri mediatori dell’infiammazione come la produzione dei leucotrieni, i quali, svolgendo un potente effetto costrittivo nei bronchi, sono responsabili del peggioramento dei sintomi dell’asma e delle reazioni allergiche.
La somministrazione di questi farmaci può avvenire per via orale, per via iniettiva o attraverso la pelle (per via topica).
Il cortisone è sicuramente il più conosciuto tra questi principi attivi, tra i sui derivati più utilizzati in terapia: idrocortisone (Locoidon®, Lenirit®, Foille insetti®), betametasone (Bentelan®), prednisone (Deltacortene®), desametasone (Decadron®, Luxazone®), beclometasone (Clenil®) o fluticasone (Fluspiral®, Flixonase®).
I cortisonici possono essere impiegati anche in associazione ad altri farmaci per potenziare un loro effetto, come ad esempio in associazione con broncodilatatori come nel Clenil Compositum® (beclometasone dipropionato e salbutamolo) o in associazione con antibiotici, come nel Gentalyn Beta® (gentamicina e betametasone) per alleviare il prurito da punture di insetto.
Guida all'articolo
Cosa succede quando introduciamo questi composti chimici nel nostro organismo?
I farmaci cortisonici non sono mai del tutto selettivi nella loro indicazione terapeutica, infatti essi intervengono significativamente in 3 punti: nella regolazione del metabolismo dei macronutrienti carboidrati-proteine-grassi, nell’equilibrio idrosalino e nella produzione di alcuni ormoni.
1) Metabolismo
– Metabolismo dei carboidrati: riducono la captazione del glucosio nel sangue con conseguente iperglicemia;
– Metabolismo delle proteine: aumentano la distruzione delle proteine (catabolismo proteico) e riducono la sintesi proteica (anabolismo proteico); ciò causa atrofia muscolare con conseguente assottigliamento di braccia e gambe;
– Metabolismo dei grassi: demoliscono le riserve lipidiche ed inducono la ridistribuzione del grasso corporeo (gobba di bufalo, faccia tonda e aumento del grasso addominale).
2) Elettroliti
Alterano l’equilibrio idrominerale dell’organismo in particolare rallentano l’assorbimento del calcio nell’intestino e ne incrementano l’espulsione con le urine.
Questo effetto sul calcio, soprattutto se contemporaneamente si utilizzano altri farmaci che provocano la riduzione dell’assorbimento del calcio, come gli antiacidi (es. omeprazolo), può portare ad osteoporosi, una grave malattia delle ossa.
I cortisonici provocano inoltre ritenzione di sodio (e quindi di liquidi) e favoriscono l’escrezione del potassio.
3) Ormoni
L’impiego terapeutico dei farmaci cortisonici spesso genera numerosi effetti diretti anche su quegli ormoni del nostro organismo che hanno struttura simile al cortisone. L’organismo infatti, per risparmiare risorse ed energie, blocca la produzione dei suoi ormoni, riconoscendo i farmaci al posto dei propri ormoni; questo meccanismo di blocco è chiamato in fisiologia controllo a feedback negativo.
Tutti gli effetti collaterali provocati dall’utilizzo cronico dei cortisonici si manifestano nella sindrome di Cushing (Fig.1).
Il colesterolo è il precursore di tutti gli ormoni steroidei del nostro organismo. A seconda dell’organo in cui avviene la trasformazione dallo stesso colesterolo prendono origine i tre gruppi con particolari funzioni fisiologiche: imineralcorticoidi (Aldosterone) e i glucocorticoidi (cortisolo-idrocortisone), che hanno la funzione di regolare l’equilibrio idrosalino del corpo ed il metabolismo dei nutrienti, come è spiegato nella Fig.2, e gli ormoni sessuali (Testosterone, Progesterone ed Estriolo) che regolano il ciclo mestruale e la maturazione delle gonadi durante la pubertà.
Approfondimento farmacologico
Come agiscono i farmaci cortisonici?
Gli ormoni steroidei endogeni passano per diffusione passiva le membrane cellulari ed interagiscono con specifici recettori posti all’interno della cellula. Il complesso ligando-recettore così formato si lega al DNA, provocando un effetto induttivo o repressivo sull’espressione di alcuni geni e quindi sulla produzione di proteine funzionali da parte delle cellule bersaglio.
Come gli ormoni endogeni, anche i farmaci cortisonici agiscono sull’espressione genica.
Per svolgere l’azione antinfiammatoria, in particolare, bloccano l’espressione dell’enzima Fosfolipasi A2, responsabile della produzione dell’acido arachidonico a partire dai fosfolipidi delle membrane cellulari, impedendo la produzione di mediatori dell’infiammazione, e riducendone la sintomatologia. Mentre i FANS bloccano la produzione di prostaglandine e trombossani, inattivando l’enzima Ciclo-ossigenasi (COX), i cortisonici bloccano anche la produzione di leucotrieni intervenendo più a monte della cascata di reazione (Fig.3).
I FANS non devo essere impiegati dai pazienti asmatici perché spostano l’equilibrio che regola la cascata dell’acido arachidonico sulla produzione dei leucotrieni, provocando un peggioramento della sintomatologia asmatica (Fig.3).
L’asma è una condizione infiammatoria caratterizzata da una ricorrente e reversibile ostruzione delle vie respiratorie, che si instaura in seguito a stimoli irritanti. I cortisonici in particolare trovano utilità nel prevenire la progressione dell’asma cronica e sono efficaci nell’asma grave acuta. Inoltre questi farmaci sono in grado di aumentare l’espressione dei recettori b2-adrenergici bronchiali, la cui stimolazione induce il rilassamento della muscolatura liscia e quindi broncodilatazione. Per questo, nella terapia dell’asma, i cortisonici vengono somministrati in associazione a farmaci b2-agonisti, cioè farmaci che attivano il recettore b2-adrenergico, come ad esempio il salbutamolo (Broncovaleas®, Ventolin®) o il salmeterolo (Seretide®, Arial®).
Per svolgere un’azione immunodepressiva i farmaci cortisonici provocano una significativa riduzione dell’attività delle cellule del sistema immunitario; questo effetto in particolare è provocato dal blocco genico della produzione delleinterleuchine e dei loro recettori posti sui globuli bianchi. Le interleuchine sono una categoria di peptidi, rilasciati durante l’infiammazione, che coordinano l’azione e l’intervento delle cellule del sistema immunitario.
Un’azione immunodepressiva è richiesta in seguito al trapianto di un organo, per evitare una reazione autoimmune contro il tessuto “estraneo”. Tuttavia una depressione del sistema immunitario provoca effetti collaterali come candidosi e maggior esposizione a malattie batteriche e virali.
Il termine interleuchina deriva dall’inglese interleukin, nome composto di inter (action) <interazione> e leuk(ocyte)<leucocito>.
Curiosità
La presenza dei farmaci cortisonici nell’organismo provoca il blocco della produzione di ormoni endogeni, per cui i farmaci cortisonici vanno sospesi gradualmente per permettere al corpo di riprendere la produzione dei propri ormoni.
Nei pazienti asmatici, in cui si fa uso cronico di farmaci cortisonici, la somministrazione avviene attraverso dispositivi per inalazione o aerosol che depositano il farmaco nelle vie respiratorie in cui è richiesta l’azione farmacologica, evitando (o riducendo) tutti gli effetti collaterali provocati da una terapia orale, in cui il farmaco viene distribuito in tutto l’organismo.