Il termine ipervitaminosi viene utilizzato in campo medico per identificare un eccesso di vitamine che può avere conseguenze sulla salute di chi ne abusa. L’assunzione eccessiva di alcune specifiche vitamine può infatti portare ad una serie di disturbi fastidiosi.
Le vitamine interessate sono poche e possono causare problemi di salute solo in dosi molto elevate. L’ipervitaminosi, infatti, viene considerato un fenomeno piuttosto raro, ma non deve essere sottovalutato. Questo articolo vuole pertanto fornire tutte le informazioni utili ai nostri lettori per un consumo di vitamine consapevole, in modo da evitare i (pochi) rischi che derivano da un sovradosaggio.
Guida all'articolo
Le cause dell’ipervitaminosi
L’ipervitaminosi si manifesta principalmente a causa dell’assunzione sconsiderata di integratori alimentari e farmaci. Per quanto riguarda l’alimentazione, infatti, l’eventualità di un sovradosaggio è molto più rara, poiché sono pochi gli alimenti che contengono vitamine in quantità tali da portare a ipervitaminosi.
Le cause principali che portano a questa problematica sono principalmente legati ad una scorretta assunzione da parte dell’individuo, ma esistono altre possibili motivazioni. Ad esempio, alcuni studi hanno rilevato che un uso eccessivo di lettini abbronzanti e lampade solari può aumentare i livelli di vitamina D nel sangue oltre i livelli di tossicità.
Esistono poi alcuni farmaci che migliorano l’assorbimento di una determinata vitamina da parte dell’organismo e, di conseguenza, aumentano il rischio di ipervitaminosi.
Quali vitamine possono causare problemi?
Le vitamine conosciute sono 13 e possono essere suddivise in due categorie: le vitamine idrosolubili e le vitamine liposolubili. Le prime sono quelle meno soggette al rischio di ipervitaminosi, in quanto si sciolgono in acqua e non vengono immagazzinate ma espulse attraverso le urine. Al contrario, le vitamine liposolubili vengono conservate all’interno dell’organismo e hanno maggiori probabilità di causare problemi di salute in caso di dosaggio eccessivo.
Nello specifico, le vitamine che producono i rischi più elevati di ipervitaminosi sono le vitamine liposolubili A, D, E e le vitamine idrosolubili B3 (niacina) e B6 (piridossina). Analizziamole nel dettaglio.
Vitamina A
L’abuso di vitamina A può portare all’ipervitaminosi A, la quale può manifestarsi in due forme: acuta e cronica. La forma acuta si concretizza quando si assumono enormi quantità di vitamina A in poco tempo e provoca alterazioni della vista, dolore alle ossa e alterazioni della pelle.
Al contrario, la forma cronica si presenta quando si assume troppa vitamina A in un lungo arco temporale e si manifesta con sintomi più gravi, tra cui danni al fegato e aumento della pressione cranica.
Vitamina D
L’ipervitaminosi D si manifesta con sintomi come perdita di peso e di appetito e battito cardiaco non regolare. Uno studio ha inoltre rilevato che dosi molto elevate di vitamina D si ripercuotono sui reni e possono causare insufficienza renale.
Vitamina E
L’abuso di vitamina E ha conseguenze negative sulla coagulazione del sangue, con conseguente rischio di emorragie e ictus. La vitamina E possiede inoltre alcune interazioni negative con certi farmaci, come l’aspirina e il Coumadin, portando ad una eccessiva fluidificazione del sangue.
Vitamina B3
I rischi legati all’ipervitaminosi da vitamina B3 sono legati alla dilatazione dei vasi sanguigni. Le conseguenze di un eccesso di vitamine B3 sono focalizzate nella zona del viso e comprendono prurito, formicolio, bruciore, arrossamento del viso e mal di testa.
In casi più gravi possono manifestarsi casi di trombocitopenia e acidosi metabolica.
Vitamina B6
Un eccesso di vitamine B6 porta a conseguenze neurologiche che sfociano in parestesie, ovvero dei formicolii alle estremità e, in casi gravi, difficoltà a camminare.
Le altre vitamine
Tutte le altre vitamine non presentano rischi rilevanti per la salute, anche in caso di sovradosaggio. Non è nota, ad esempio, nessuna tossicità legata ad assunzione eccessiva di vitamina K, sebbene quest’ultima sia una vitamina liposolubile. La vitamina C non induce tossicità, sebbene dosi troppo elevate possano generare diarrea, nausea e vomito.
Infine, le vitamina del gruppo B, ad eccezione di quelle già analizzate, non danno problemi di sovradosaggio, tanto che per alcune di esse (vitamine B1, B2, B5, B12) non esiste un livello di assunzione superiore tollerabile.
Tabella di fabbisogno e tossicità
La seguente tabella mostra, per ciascuna vitamina, le dosi giornaliere consigliate e il livello di assunzione quotidiana tollerabile, oltre il quale possono subentrare problemi di ipervitaminosi.
Dose giornaliera consigliata per uomini adulti Dose giornaliera consigliata per donne adulte Livello di assunzione quotidiana tolllerabile
Vitamina A 900 mcg 700 mcg 3.000 mcg
Vitamina B1 (tiamina) 1,2 mg 1,1 mg Non stabilito
Vitamina B2 (riboflavina) 1,3 mg 1,1 mg Non stabilito
Vitamina B3 (niacina) 16 mg 15 mg 35 mg
Vitamina B5 (acido pantotenico) 5 mg 5 mg Non stabilito
Vitamina B6 (piridossina) 1,3 mg 1,3 mg 100 mg
Vitamina B7 (biotina) 30 mcg 30 mcg Non stabilito
Vitamina B9 (folati) 400 mcg 400 mcg 1.000 mcg
Vitamina B12 (cobalamina) 2,4 mcg 2,4 mcg Non stabilito
Vitamina C 90 mg 75 mg 2.000 mg
Vitamina D 600 UI 600 UI 4.000 UI
Vitamina E 15 mg 15 mg 1.000 mg
Vitamina K 120 mcg 90 mcg Non stabilito
Grazie a questa tabella è possibile conoscere le quantità da assumere di ciascuna vitamina, evitando così la possibilità di ipervitaminosi. Attenzione però, si tenga presente che le dosi riportate comprendono tutte le fonti possibili, dall’alimentazione agli integratori, ai farmaci, ecc.
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