Guida all'articolo
Introduzione
In questo articolo parleremo della quercetina, un pigmento tipicamente vegetale e di considerevole interesse salutistico. Non si tratta di un nutriente essenziale ma, in virtù del suo potere antiossidante, antinfiammatorio e quindi benefico sotto numerosi punti di vista (ad esempio, per la prostata), le viene comunque attribuita un’importanza tutt’altro che trascurabile.
Il contenuto di quercetina è uno dei fattori che delineano le cosiddette proprietà nutraceutiche di certi alimenti. La dieta può contenerne livelli soddisfacenti, a patto che si consumino quantità adeguate di frutta, verdura, cereali, legumi e altri semi. Per chi non segue un regime alimentare equilibrato, sono disponibili alimenti dietetici e integratori alimentari.
Alte concentrazioni di quercetina non sono esenti da effetti indesiderati, tuttavia piuttosto difficili da riscontrare – prevalentemente dovuti ad errori nel dosaggio – e solitamente di moderata entità.
Cos’è la quercetina
Il nome “quercetina” (attribuitole già nel lontano 1857) non è certo casuale. Deriva infatti da “quercetum” (bosco di querce), a sua volta riferito al Genere botanico Quercus – piante che ne vantano concentrazioni abbondanti.
La quercetina è un importante esponente del gruppo dei polifenoli flavonoidi e, più precisamente, si tratta di un flavonolo. In chimica viene definita come la forma aglicone di altri glicosidi flavonoidi, ad esempio rutina, quercitrina, CTN-986 e miquelianina.
Biosintesi della quercetina
La quercetina è sintetizzata nelle piante.
Il primo step è la conversione dell’amminoacido fenilalanina in 4-cumaroil-CoA, tramite una serie di passaggi noti come via della fenilpropanoide – nei quali intervengono enzimi quali ammoniaca liasi, cinnamato-4-idrossilasi e 4-cumaroil-CoA-ligasi.
La 4-cumaroil-CoA viene quindi aggiunta a tre molecole di malonil-CoA per formare tetraidrossicalcone grazie all’enzima 7,2′-diidrossi-4′-metossiisoflavanolo sintasi.
Il tetraidrossicalcone è successivamente convertito in naringenina utilizzando l’enzima calcone isomerasi.
Per concludere la naringenina viene convertita in eriodictiolo dall’enzima flavonoide 3′-idrossilasi, poi in diidroquercetina dalla flavanone 3-idrossilasi e infine in quercetina dalla flavonolo sintasi.
La quercetina può essere liberata per degradazione della quercitrina ad opera dell’enzima quercitrinasi (della via catabolica della rutina) contenuto nel fungo Aspergillus flavus.
Proprietà della quercetina
Mentre per le piante la quercetina è essenziale al trasporto regolato dell’ormone auxina, per l’essere umano ad essa vengono tradizionalmente attribuite proprietà antiossidanti e antinfiammatorie.
In linea generale, la dose consigliata di quercetina è di 400-600 mg al giorno e viene suggerita per:
- Problemi cardiaci e vascolari;
- Ridurre l’ipertensione arteriosa;
- Combattere il dolore causato dalle infezioni alla prostata;
- Prevenire le infezioni delle vie respiratorie superiori;
- Moderare i sintomi delle allergie stagionali;
- Aumentare la resistenza atletica e prevenire le infezioni virali del tratto respiratorio superiore;
- Ridurre il rischio di cancerogenesi.
Non ci sono tuttavia prove di sufficiente qualità che ne giustifichino una parte degli effetti menzionati.
La ricerca sulla quercetina è stata condotta prevalentemente su animali o colture cellulari. Sono necessari ulteriori approfondimenti per dimostrare i benefici e la sicurezza della quercetina negli esseri umani, specialmente se assunta come integratore invece che naturalmente nella dieta.
Come forma di tutela dalla pubblicità ingannevole, la “Food and Drug Administration” sta monitorando e moderando quanto divulgato da alcuni commercianti che sembrano “sbilanciarsi troppo” sugli effetti terapeutici della quercetina. La propaganda anti-malattia riferita a questo principio attivo non è quindi approvata dalle maggiori istituzioni.
Benefici per la prostata
In uno studio prospettico intitolato “Gut microbiome and chronic prostatitis/chronic pelvic pain syndrome” l’indice dei sintomi della prostatite cronica (CPSI) è migliorato di 2,7 punti rispetto a 1,5 del placebo. Questo effetto sui sintomi urinari suggerisce un potenziale utilizzo della quercetina nell’ipertrofia prostatica benigna.
Secondo un altro studio intitolato “Quercetin inhibits prostate cancer by attenuating cell survival and inhibiting anti-apoptotic pathways”, la quercetina può avere una sorta di effetto anti-cancro sulla prostata grazie alla modulazione dei percorsi ROS, Akt e NF-κB. Potrebbe dunque essere utilizzata come opzione chemiopreventiva, oppure in combinazione ai farmaci chemioterapici, per migliorare i risultati clinici dei pazienti affetti da cancro alla prostata.
Dov’è possibile trovarla
La quercetina è un elemento ampiamente distribuito in gran parte del regno vegetale, tanto che la dieta umana ne contiene mediamente 25-50 milligrammi (mg) al giorno (die).
Si trova in quantità abbondanti in vari frutti, verdure e semi amidacei od oleosi; ne sono fonti più che apprezzabili le cipolle rosse (soprattutto all’esterno e vicino alla radice) e cavoli di vario tipo (Genere botanico Brassica e specie oleracea).
Un interessante studio intitolato “Ten-year comparison of the influence of organic and conventional crop management practices on the content of flavonoids in tomatoes” ha scoperto che i pomodori coltivati secondo il disciplinare “organic farming” (sarebbe il nostro “biologico”) contengono fino al 79% di quercetina in più rispetto ai pomodori ottenuti da agricoltura tradizionale.
Gli unici cibi di origine animale contenenti quercetina sono il miele e la propoli delle api, ma la sua concentrazione oscilla parecchio in base alle fonti vegetali dalle quali i piccoli animaletti traggono nutrimento.
Rutina e quercitrina sono glicosidi a base di quercetina tipici degli esperidi degli agrumi, del grano saraceno e delle cipolle – composti da essa in combinazione a ramnosio e al rutinosio (glucidi).
Il cotone e l’olio ricavato dai suoi semi contengono un suo derivato chiamato CTN-986, mentre nel vino, nell’iperico, nel loto indiano e nei fagiolini troviamo la miquelianina.
Nel prossimo paragrafo mostreremo una tabella riassuntiva del contenuto medio di quercetina in vari alimenti per così dire “indicativi” o “apportatori”.
Alimenti Apportatori
Fonte Nutrizionale | Quercitina (mg / 100 g) |
Capperi, crudi | 234 |
Capperi, confezionati | 173 |
Lapazio e acetosa | 86 |
Rape, foglie | 70 |
Carrube, fibre | 58 |
Aneto | 55 |
Prezzemolo cinese | 53 |
Peperone, varietà Hungarian wax | 51 |
Finocchietto | 49 |
Cipolla rossa | 32 |
Crescione d’acqua | 30 |
Cavoli | 23 |
Aronia | 19 |
Mirtillo blu o falso mirtillo | 18 |
Mirtillo palustre o mortella di palude | 15 |
Mirtillo rosso | 13 |
Prugne | 12 |
Integratori
Oltre ad arricchire il profilo chimico di numerosi alimenti, considerando il suo impatto metabolico benefico, è spesso utilizzata nell’industria alimentare come ingrediente per integratori alimentari, bevande e alimenti dietetici concepiti per la lotta contro lo stress ossidativo e le sue nefaste conseguenze su tessuti, organi e metabolismo.
I termini organolettici, l’aggiunta di quercetina non è sempre facile da gestire, soprattutto a causa del suo gusto fortemente amaro.
La quercetina ha effetti collaterali?
Negli studi preliminari effettuati sull’uomo, l’assunzione orale di quercetina in dosi fino a 1 g / die per 90 giorni non ha causato effetti avversi.
Per via orale, la quercetina può causare mal di testa o formicolio alle braccia e alle gambe. Altri effetti collaterali possono verificarsi se si riceve un trattamento con quercetina per via endovenosa. Dosi smodatamente elevate possono arrecare danno ai reni.
Meglio evitarne l’assunzione concomitante di quercetina e farmaci (antibiotici, ciclosporina, warfarin o altri che vengono elaborati dal fegato), per il rischio di alterato metabolismo e altri effetti collaterali.
La sicurezza dell’uso di quercetina negli integratori alimentari durante la gravidanza e l’allattamento non è stata stabilita; pertanto, in queste circostanze se ne sconsiglia l’utilizzo.
Conclusioni
In conclusione, la quercetina è un principio attivo potenzialmente utile nella prevenzione del cancro alla prostata e nella riduzione dei sintomi di patologie urinarie come l’ipertrofia prostatica benigna e la prostatite.
Non si esclude che il suo potere antiossidante e antinfiammatorio possa, nei margini della ragionevolezza, contribuire a prevenire altri disturbi o degenerazioni basate sullo squilibrio infiammatorio cronico e sullo stress ossidativo.
Se ne raccomanda l’integrazione soprattutto in caso di dieta carente di vegetali, a patto di rispettare le indicazioni d’uso fornite dai produttori; è invece da evitare in gravidanza, allattamento, in terapia con certi farmaci e in presenza di certe patologie gravi – ad esempio, dei reni o del fegato.